UNA TRACCIA DI VUOTO OLTRE IL CONFINE

 

L’occhio compie il prodigio di aprire all’anima ciò che anima non è: il gaio dominio delle cose, e il loro dio, il sole. (Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito, p. 57)

 

Se le utopie si dispongono in vortici circolari e dialettici scelgo di varcare la soglia dell’abitare entrando  nell’alcova, nel ventre, in quella zona in cui percepire il respiro della memoria, del tempo, della storia. Via Roma diventa la zona di confine, il liminale, l’occhio interiore che fa accedere agli spazi interni, intimi, quotidiani. Le ombre e i coni di luce diventano i contorni da cui ridefinire i confini della soglia e dell’ignoto che precedono la deflagrazione dell’Essere. Il sé si frammenta nello spazio altro, oltre il confine, dovendo ricostruire la sua presenza al mondo, dondolando tra la rarefazione di quei luoghi che si fanno ampi, immaginati e collocandosi in un altrove fatto di natura, dove l’occhio non ha orizzonte ma un cielo in cui contenere la traccia del vuoto. (2018)

 

Progetto realizzato nell’ambito del Circuito OFF del Festival di Fotografia Europea. Residenza d’artista  a cura di Ghirba Biosteria della Gabella in collaborazione con il Comitato Cittadini Via Roma e Parco S. Maria, Reggio Emilia


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