Game Industry

Una lettura del fenomeno legato allo sviluppo dei videogiochi in Italia richiede di addentrarci in una complessità di esperienze che possono restituire solo parzialmente le proporzioni e la portata di quanto sta accadendo in Italia e all’estero già da diversi decenni. Il rapporto Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) 2018, che riporta i dati dell'anno 2017, dimostra che “il settore nel suo complesso registra un giro d'affari di quasi 1,5 miliardi di  euro e conferma l'andamento positivo in corso ormai da diversi anni su tutti i suoi segmenti come console (+ 8,6%), accessori (+ 10,5%), software fisico (+7%) e software digitale.”

Quella a cui stiamo assistendo è una rivoluzione antropologica, il mondo dell’industria ludica e videoludica è in perenne trasformazione così come il pubblico a cui si rivolge ed è ormai sottratta all’idea che possa riguardare una ristretta nicchia di persone. È un fenomeno stratificato la cui vastità può essere paragonata solo a quella dell’industria cinematografica, sia per portata che per innovazione. Non a caso all’interno della riforma del cinema, è stato esteso il tax credit (credito di imposta) alla produzione italiana di videogiochi. Esattamente come è accaduto con l’avvento del cinema, stiamo assistendo a profonde e radicali trasformazioni in termini di fruizione dell’esperienza e della percezione del nostro secolo e, così come nel cinema, anche nel mondo dei videogiochi si è sviluppato un mercato parallelo rappresentato dallo sviluppo di videogiochi indipendenti. Le realtà di sviluppo indipendente godono di una particolare attenzione in questo momento e sono caratterizzate da team composti da un numero ristretto di sviluppatori (programmatore, game designer, grafico, sound designer) che propongono soluzioni videoludiche innovative a costi contenuti rispetto ai videogiochi tripla A (AAA).

La realizzazione di un videogioco tripla A assume dei volumi pari alla realizzazione di un film, ed è ad esempio equiparato ad un colossal del cinema, i produttori possono anche coincidere talvolta. Le applicazioni mutuate dall’industria videoludica possono trovare importanti utilizzi nell’industria culturale e sociale in generale, basti pensare  all’esperienza della realtà virtuale per visitare musei o luoghi della memoria, ma possono anche generare una nuova desiderabilità rispetto all’immaginazione di scenari e favorendo politiche di patrimonializzazione. 

Il gioco è un’esperienza totale, unito all’esistenza dell’uomo, imprescindibile e fondamentale. Games Industry ci permette di avvicinarci ad alcuni grandi avvenimenti che stanno cambiando il nostro modo di immaginare ciò che si cela dietro all’idea di videogioco e ci fa incontrare una comunità ampia di persone che credono fortemente in questo settore dall’evidente trend di successo. Giovani e giovanissimi che sperimentano tecnologie nuove, linguaggi basati su codici, nuovi modi di interagire e notti insonni per portare a termine un’idea. Questa è la games Industry, un nuovo modo possibile di intendere e vivere la realtà.

 

Riferimenti

 

AESVI, http://www.aesvi.it/cms/view.phpms_pk=2898&dir_pk=902.

Camera dei deputati, http://www.camera.it/leg17/1132?shadow_primapagina=6236.

Nuti A., Ludus e iocus. Percorsi di ludicità nella lingua latina, 1998, Viella, Roma.

Bateson G., Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano

 


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